Gli italiani parlano bene l’inglese?

La lingua inglese è divenuta un must-have e molti italiani affermano di saper parlare inglese. Sarà anche vero, ma i dati dell’English Proficiency Index raccontano una realtà differente.

L’utilizzo fluido della lingua inglese è dato per assodato in moltissime attività e professioni: turismo, ricettività alberghiera, ristorazione, marketing e vendite, comunicazione, informatica, web design, tra le altre. Eppure le dichiarazioni di conoscenza della lingua non trovano riscontro né nella realtà, né nelle ricerche degli istituti specializzati.

 

L’inglese nel mondo.

A livello globale, oltre un miliardo di persone parla inglese come prima o seconda lingua e molte altre centinaia di milioni come terza o quarta. Per le imprese in espansione, i giovani laureati, gli scienziati, i ricercatori e i turisti di tutto il mondo, il livello di conoscenza  di questa lingua allarga gli orizzonti, riduce le barriere e accelera lo scambio di informazioni. 

 

L’ inglese in Italia.

Anche se molti italiani affermano di parlare inglese, il report 2020 dell’EF EPI (English Proficiency Index), l’ente che rileva il livello di conoscenza dell’inglese, indica che la padronanza della lingua da parte degli italiani è fra le più basse d’Europa. Siamo solo 30esimi (sic!), superati dall’Olanda, da tutti i paesi scandinavi, ma anche da Austria, Croazia, Serbia, Ungheria, Bulgaria, Grecia… una lunga lista che ci vede in posizione di retroguardia per diverse ragioni. 

Pur non negandone l’importanza, in Italia l’inglese viene ancora visto come una materia che si può anche apprendere in maniera approssimativa, quel che basta per cavarsela nella professione o in vacanza. La diffusione di tantissimi termini che usiamo con troppa facilità può indurre a credere di saper parlare inglese: smart working, smart city, planning, brief, call, meeting, download. Illusione destinata a cadere alla prima riunione strutturata con colleghi stranieri.

 

Il punto di vista di Selfienglish.

Il sistema scolastico italiano dovrebbe attuare alcune strategie già applicate all’estero con successo: ad esempio, la formazione sin dalla prima infanzia sulle abilità comunicative, l’esposizione quotidiana all’inglese, sia all’interno, che all’esterno della classe e una istruzione linguistica più profilata sulla carriera negli ultimi anni di studio, che si tratti di scuola professionale o università. Nel frattempo, occorre adottare una propria strategia, motivo per cui è nato Selfienglish che offre un metodo strutturato, leggero, divertente e personalizzato, finalizzato a obiettivi raggiungibili in un tempo definito e ragionevole.


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