Perché imparare l’inglese è utile anche quando sei in home working

Il contesto attuale caratterizzato dalla pandemia e dalle misure di prevenzione e sicurezza è totalmente nuovo ed impone un aggiornamento delle competenze sui diversi fronti: tecnologico, linguistico, culturale. Si potrebbe pensare che, lavorando da remoto, si possa tralasciare un processo di formazione continua (lifelong learning).

Non è così, anzi, lo scenario attuale aperto dalla pandemia è totalmente nuovo ed impone un aggiornamento sui diversi fronti (tecnologico, linguistico, culturale), data l’imprevedibilità di tanti fattori che prima l’organizzazione aziendale rendeva più controllabili.


L’inglese sempre più necessario per chi collabora da remoto

In azienda, stante il passaggio dall’organizzazione verticale a quella orizzontale, ad esempio, si creano situazioni diverse come nel caso della riunione col manager straniero che prima faceva il mio manager e che ora può diventare una mia incombenza, a causa degli impegni crescenti che lo scenario attuale genera per tutti, anche per i dirigenti. Padroneggiando l’inglese posso più facilmente gestire meglio i momenti cruciali della riunione online, proprio quelli in cui, a causa della mancanza di presenza fisica, è più complicato interloquire tra pari grado e raggiungere con più facilità gli obiettivi del meeting.
Di recente è stata accertata la parziale efficacia della comunicazione virtuale tra persone che parlano la stessa lingua; a maggior ragione occorre quindi aumentare le proprie potenzialità anche quando ci si esprime in una lingua straniera.

L’inglese inoltre, ti obbliga a ragionare in modo più semplice e diretto (dritto al punto) innescando una forma di pensiero che può influenzare positivamente anche la tua gestione del tempo, determinante visto che ormai si lavora per obiettivi e non più ad orario.


L’inglese è uno strumento per affrontare il cambiamento e la globalizzazione delle imprese.


Infine, la situazione complessa legata al controllo della pandemia non durerà per sempre e l’inglese è indispensabile in ogni settore data l’odierna globalizzazione del mercato. Infatti, la necessità di internazionalizzare sta divenendo sempre più impellente per diverse ragioni: l’apertura di sedi all’estero comporta anche la selezione e formazione del personale in base alla filosofia aziendale che si vuole trasmettere; l’interesse di investitori stranieri per la nostra penisola, che supera quello per altri paesi come recentemente indicato dalla Gabbanelli in “Data Room”, creerà nuove opportunità per la creazione di partnership, per la gestione di negoziazioni, per l’erogazione di assistenza legale e commerciale alle aziende straniere per l’apertura di una sede in Italia o ai privati per l’acquisto di immobili, fino alla somministrazione di sessioni di coaching a manager e staff stranieri, esigenza spesso segnalata da chi svolge la professione di coach e di counsellor.

Non occorre attendere il mondo che verrà, qualunque esso sia, già ora la conoscenza dell’inglese rappresenta  uno degli strumenti che fanno la differenza, alla stregua del coding, dell’interpretazione dei dati, della capacità di operare efficacemente in contesti culturali diversi. Ma di questo parleremo in altra occasione.


Pensi anche tu che l’inglese sia utile anche nel periodo di home working? Se sì, perché? … Scrivilo nei commenti a questo post!