Vuoi diventare un hacker etico? L’inglese è irrinunciabile

È terminata l’estate degli hacker e gli italiani hanno imparato a conoscere parole come ransomware e dark web. Nel settore informatico però ci sono anche gli hacker “buoni” per i quali la conoscenza dell’inglese è obbligatoria.


Hacker. Che significa?

Hacker è un termine della lingua inglese per indicare colui, o colei, che utilizza le proprie competenze informatiche per esplorare i sistemi digitali ed estenderne l’utilizzo. Il termine in sé non ha un significato negativo; esistono, ad esempio, i growth hacker che si occupano di far crescere i processi di business di un’azienda, o le comunità che ne determinano il business.

La parola deriva dal verbo “to hack” che, tra i vari significati, ha proprio quello di migliorare l’efficienza e la velocità del software già esistente.

Oggi il termine hacker è usato anche per indicare gli individui che studiano e sperimentano la materia per conoscerne i segreti e per analizzarla in profondità. 


Differenza tra hacker e cracker.

Dal punto di vista informatico, il termine non è da confondere con i cracker, i pirati informatici, il cui scopo è prettamente quello di violare e danneggiare un sistema o impadronirsi dei dati altrui.

A queste figure si riferisce, impropriamente, il mondo giornalistico con il termine hacker. Per quanto strettamente collegato al concetto vi sia il fenomeno dell’hacking, la maggioranza degli esperti digitali preferisce utilizzare il termine cracker, per indicare quegli hacker che abusano delle proprie capacità.


Come diventare un hacker etico.

L’hacker etico è quindi quel professionista che contrasta la pirateria informatica e previene le intrusioni nei portali delle aziende o degli Enti.

In questo settore, come in quello degli sviluppatori, esiste una componente autodidatta, tuttavia, la maggior parte degli “hacker buoni” cresce negli atenei universitari e si specializza nelle aziende che si occupano di cybersecurity. In Italia ci sono tante imprese eccellenti in questo settore; anche in questo caso l’inglese è indispensabile, a ogni livello della carriera nella cybersecurity, perché si tratta di confrontarsi spessissimo con ambienti internazionali in cui l’unica lingua comune è l’inglese.

Selfienglish
è il metodo personalizzato sempre più usato da manager e dirigenti d’impresa con target e relazioni internazionali ed è particolarmente flessibile, grazie all’approccio blended learning.